28 Agosto 2004 Bande Basel a milano per Inter Basilea

breve racconto (tradotto) preso da vecchio sito della Bande Basel

'La 'Bande'non ha organizzato niente a livello di gruppo, ogni singolo componente si è organizzato da solo, per il viaggio.
Alle 17 ci ritroviamo nei dintorni dello stadio, una decina dei nostri e 7 tedeschi, nostri gemellati (Mannheim), altri 10-15 Cat C (il modo in cui gli hooligans vengono 'categorizzati' e ricevono relative condanne, in molti paesi d'europa) sono già in città.
Altri 6 dei nostri arrivano dalla CURVA NORD e telefonicamente ci avvisano che gli interisti erano lì, vicino al baretto, che erano 'on stage' (quelli 'giusti' e 'brutti').
Ci raggruppiamo e siamo pronti, ci possiamo contare, siamo circa 25 (23 per la precisione), partiamo compatti, gli arriviamo sotto, chiamandoli allo scontro.
Gli interisti erano sorpresi ed increduli.
Partiamo!
I primi corpo a corpo abbiamo la meglio, un paio di loro vanno a terra ('baciano l'asfalto'), dallo stile sembrano vecchi skins, comunque erano a mani nude, quindi hanno il nostro rispetto.
A quel punto parte una controcarica degli interisti, sono circa una 40ina e retrocediamo, siamo rimasti solo in 15, a mani nude, cercando di non dare le spalle e rispondere.
Poi ne parte un'altra, di carica, ormai sono in tanti, un centinaio, e dobbiamo scappare.
Loro a quel punto avevano di tutto, cinture e aste, ma lanciavano anche bottiglie di vetro.
Uno dei nostri è stato ferito alla testa (forse colpito con una cinta) e ricucito, il resto è rimasto in piedi.'
breve racconto (tradotto) preso da vecchio sito della Bande Basel
scatto dell’AZIONE

Napoli Salernitana 25 Agosto 2002 (Coppa Italia)

Racconto di P foto credit: Luigi Siniscalco ed un ringraziamento a VDS per la gentile collaborazione

Le cronache parlano degli oltre 50.000 che ieri hanno gremito gli spalti del S. Paolo di Napoli per il “derby” di coppa Italia tra le 2 maggiori tifoserie campane.
Eccomi a raccontarvi la giornata.
La mia giornata inizia presto, dalle 16 sono fuori lo stadio, l’occasione è di quelle per incontrare e dare il benvenuto ad alcuni amici di Taranto giunti per la gara.
Ci troviamo in zona curva B e trascorriamo gran parte del pomeriggio con alcuni componenti dei 'made in 1979'.
Tra birre e racconti ULTRAS, vediamo aumentare i tifosi, le code ai botteghini e l’attesa per la partita.
La delusione per la mancata promozione e per la crisi generale del calcio, non frena la passione di chi è sempre pronto al sostegno della maglia azzurra.
Verso le 18 mi sposto in direzione curva A, in attesa degli ospiti, qualcuno lo si intravede scortato dentro i cellulari degli sb.rri.
Fuori il settore incontro alcuni componenti dei gruppi della curva e ci 'prepariamo'.
Finalmente arriva il momento: il gruppo dei salernitani scortati è fuori al settore, il gruppo si muove, i granata si fanno “vedere” con torce e razzi.
Parte la carica, ma è chiamata troppo presto, c’è poca organizzazione, le transenne vengono abbattute e ci si dirige verso la “collinetta”, un agente in borghese della D.gos intima, urlando, la dispersione del gruppo.
Dopo una nostra prima titubanza, si riprova, i salernitani rimangono fermi mentre la c.elere ci spara un lacrimogeno, ora basta la presenza di una decina di uomini in divisa per disperderci.
Tra le miriadi di auto incolonnate, ritorniamo verso la curva.
Il punto dove cercare contatto è un budello pericoloso, si rischiava di finire in trappola e rimanere bloccati dai blu (ieri in servizio anche con 1 elicottero).
Non rimane che entrare.
Il primo sguardo, come mia abitudine è verso il settore ospiti, l’anello inferiore è pieno.
I granata sono senza striscioni ma con qualche bandiera (salerno regna, selvaggi…) e stendardi (belli quelli dei NG).
La curva B vedeva il nuovo striscione degli Ultras Napoli (ex CUCB) e dei FEDAYN.
Nella A rivedo con piacere lo striscione della BRIGATA CAROLINA.
Nella parte alta i soliti VECCHI LIONS con la sezione ROMA, sulle torrette degli ingressi i BRONX, il gruppo SUD e le TMN con lo striscione INDESIDERATI (dopo la “battuta di caccia” al reggino nell’autogrill di sala consilina e conseguente diffida a molti componenti del gruppo…), ed infine i MASTIFFS e la MASSERIA.
Lo stadio è pieno ma il tifo non è dei migliori o quanto meno, non all’altezza, secondo me.
Nella ripresa vengono esposti 2 striscioni contro i salernitani, 1 delle TMN che recitava la data della partita dello scorso anno a Salerno e la scritta: quanti maratoneti nella Sud dell’Arechi.
In occasione di quella partita i gruppi napoletani al loro arrivo con i pullman effettuarono una carica in risposta al lancio do torce di una ventina di granata, arrivando quasi sotto la curva Sud.
Il secondo della Masseria non l’ho potuto leggere, ma all’esposizione è seguito un fitto lancio di carote verso il settore ospiti!!!
I granata rispondono con lo striscione “noi ULTRAS leali”
Al gol del Napoli su rigore lo stadio esplode, nell’anello inferiore della A, gruppetti di ragazzini arrivano davanti ai divisori a sbeffeggiare i rivali.
La p.s. non interviene ritenendo innocuo lo sfottò di qualche ragazzino.
Sul finire, quando già si pregustava la vittoria, arriva il pareggio, la curva osserva ammutolita l’esplosione di gioia del settore ospiti, con sventolio di bandiere e stendardi.
Prendendo coraggio i salernitani fanno partire un possente “il potere deve essere granata”.
Nel dopo partita nulla da segnalare a parte un falso allarme con l’inutile formazione di gruppo in p.le Tecchio (fino alle 24 non si è visto passare il corteo).
In conclusione partita nella normalità come è giusto che sia, in attesa di occasioni migliori per incontrarci.

Non ha onore nè passione il bu$ine$$ del pallone
curva A
salernitani
settore ospiti
striscione ultras curva B

Il mio calcio

'Scusa Ameri, t'interrompo dal S. Paolo...'.
Gli attimi che seguivano queste parole portavano ad estasi o sconforto, anche se qualcosa potevi già prevederlo, dal sottofondo dello stadio, esultanze o silenzio gelido.
Questo era il mio calcio.
Domeniche pomeriggio incollato ad una radiolina, quando la mia squadra non potevo vederla dal vivo.
Non esisteva la pay-tv. I gol e le azioni principali li vedevi allo stadio, che era quasi sempre pieno, anche se lottavamo per non retrocedere o per una dignitosa metà classifica.
La radiolina era il sottofondo anche delle gite e passeggiate domenicali, con buona pace della componente femminile, che non seguiva il calcio.
Anche perchè non c'erano giovanotti prestanti e che potrebbero fare i fotomodelli, come i 'professionisti' attuali.
Il nostro secondo portiere si chiamava Pasquale Fiore, dalla foto potete capire che non era uno che faceva innamorare le teenagers.
Anche i campioni, gli stranieri superstar, che erano scelti con estrema cura, visto che potevano essere SOLO due per squadra, non avevano fisici statuari e non mostravano gli addominali a tartaruga dopo i gol.
C'era il brasiliano Juary che, al massimo, faceva il giro della bandierina dopo un gol. Quella era già un esultanza strana.
Questo era il mio calcio.
Se non potevi andare allo stadio, per vedere i gol aspettavi con ansia 90esimo minuto, che era condotto da un SIGNORE di nome Paolo Valenti, che quando è venuto a mancare ha fatto rattristare tutte le famiglie italiane.
Nelle trasmissioni sportive non c'era spazio per polemiche, i giornalisti che si collegavano dagli stadi commentavano in maniera sobria e non di parte, anche se era chiara la loro fede calcistica.
Le telecronache si concentravano su le azioni importanti dell'incontro, i tiri in porta non erano 'bombe', le partite non erano 'battaglie', i commentatori non sbraitavano ad ogni gol.
Questo era il mio calcio.
Il calcio lo giocavo e si giocava, ovunque.
Su un campetto di periferia in terra o sull'asfalto, in spiaggia o tra le auto parcheggiate, bastava un pallone, le porte s'improvvisavano, con sassi o giubbotti messi a terra.
Chiunque poteva aggregarsi, non c'era bisogno di formare un gruppo su un social per decidere giorno ed ora, prenotare il campo, farsi la doccia.
Tutti ne capivano di calcio e si sentivano di dare consigli tecnici e tattici ad allenatori e strategie di mercato ai presidenti. In effetti anche oggi...
Infatti c'era la schedina del totocalcio; 'bastava' indovinare 13 risultati tra di partite di serie A, un paio di B e C.
Pochi 'esperti' sono diventati ricchi con la loro profonda conoscenza sul calcio...
C'era il calcio scommesse anche ai miei tempi, ma almeno non era controllato, online, dal vivo, da qualcuno seduto davanti ad un computer, a singapore.
Sapevamo poco del calcio internazionale, i calciatori stranieri li potevi vedere solo durante le partite di coppa o i mondiali.
I mondiali si giocavano in Europa o in Sudamerica, in maniera alternata. Perchè il calcio si gioca in questi due continenti.
Non certo in asia, in africa o tra i pozzi di petrolio, a Natale...
Questo era il mio calcio.
Gli stadi erano strutture di cemento, tristi ma che si riempivano di colore la domenica, che era l'UNICO giorno dedicato al calcio (il mercoledi era dedicato alle coppe), tutte le partite, di serie A, B, C, fino ai dilettanti, iniziavano allo stesso orario, le 15.
All'inizio ed alla fine del campionato, alle 16, per la stagione calda.
Non c'era bisogno di mostrare un documento o una tessera per acquistare il tagliando d'ingresso e nessun questore dettava condizioni territoriali per l'accesso allo stadio.
Si faceva la fila ai botteghini per il biglietto o dai bagarini.
Non esistevano tornelli, nemmeno gli stewart, non c'erano seggiolini colorati, a dire la verità non ricordo nemmeno i bagni ed il bar, o almeno, non li ho mai usati.
Si entrava molte ore prima del fischio d'inizio e la curva (nella mia città le curve) già cantava, quasi tutti fumavano, molti si portavano damigiane di vino, altri la frittata di maccheroni o altre opzioni che sostituissero il pranzo domenicale.
All'ingresso in campo dei 22 si alzava il bandierone copri-curva, si lanciavano coriandoli improvvisati facendo a pezzettini i fogli di giornale o il programma della domenica distribuito fuori lo stadio e che si era usato in precedenza per sedersi sul cemento.
C'erano bandiere e sciarpe, queste erano le coreografie. Gli ospiti, quelle rare volte che si presentavano si mettevano dove capitava.
Ne ricordo pochi, ad essere sincero.
La partita la seguivo poco, essendo piccolo la visuale era coperta da quelli davanti a me oppure dalle bandiere che sventolavano.
Molti se ne lamentavano, a me piacevano, ed è così che preferivo tifare, piuttosto che vedere cosa succedeva in campo. Credo di essere diventato un ultras per questo motivo.
Questo era il mio calcio.
I calciatori li riconoscevi dal numero sulla maglia, il portiere aveva la nr 1, l'attacante la 9, l'ala destra il 7.
La maglia aveva uno sponsor, spesso costante negli anni e coerente, magari legato al territorio e non imponeva modifiche ai colori sociali per le sue strategie di marketing.
I calciatori erano legati alla squadra, spesso avevano origini cittadine o regionali, erano ben pagati, avevano belle macchine, ma non erano ricchi da far schifo.
Quando firmavano un contratto veniva rispettato, i loro procuratori o manager lo sapevano bene e non avevano potere per ricattare i clubs.
Spesso i calciatori iniziavano la carriera dal vivaio giovanile e la concludevano nello stesso club.
Questo era il mio calcio. Come potrebbe piacermi il calcio di oggi?...

20 Agosto 2009 Slavia Praga – Stella Rossa Belgrado

Racconto e foto di P

Come sempre in quegli anni non mi facevo sfuggire l'occasione di seguire la Stella Rossa quando giocava dalle 'mie parti'.
Molti serbi erano presenti già dal lunedi (si giocava il giovedi sera) e mi racconteranno che beccarono in centro, di notte, un bel gruppetto di tottenham (giocavano da qualche parte in cechia, credo Liberec, ma non sono sicuro).
A detta degli amici serbi gli YIDS si comportarono bene, nonostante fossero in minoranza. 
Io arrivo il giorno prima, nel primo pomeriggio, alla stazione dei bus di praga mi viene a prendere un bel comitato di accoglienza...
Quasi tutti i Delije di base in UK mi prende in consegna ed iniziamo giri di birre, mangiate e racconti ultras.
Con il passare del tempo aumenta il numero di amici che si unisce al gruppo.
L'atmosfera è rilassata, andiamo verso il centro che è praticamente occupato dai tifosi della Stella Rossa, ma a parte cori e centinaia di lattine di birra non si segnalano problemi.
In generale i cechi hanno simpatia verso i serbi e tantissimi appoggiano la loro battaglia per il Kosovo.
Tutto tranquillo, quindi, fino al corteo per prendere la metro a Mustek, quando, inspiegabilmente, la PS carica il corteo. 
Una decina di minuti di scontri e kaos, in pieno centro. 
Alla fine saranno centinaia i fermati, di diverse nazionalità (presenti polacchi, russi, greci...).
Tra le foto c'è quella di un giornale ceco che mostra come gli arrestati/fermati furono trattati. 
Bisogna dire che gli 'uguali' cechi hanno una discreta tolleranza, se non commetti qualcosa di serio si limitano a fermarti per qualche ora e poi rilasciarti sotto una cauzione di poche decine di euro.
Io me la vedo male, nella calca e negli scontri tra serbi e polizia, sono tra le prime file, insieme agli altri amici.
Teniamo botta per un poco ma conosco bene la preparazione fisica e tattica delle divise ceche, alla lunga non puoi tenergli testa.
Per fortuna m'infilo in un negozietto ed in qualche modo non mi prendono. 
Passano diversi minuti prima che possa uscire e lentamente ritrovare i 'superstiti' di quell'azione improvvisa.
Andiamo allo stadio, devo dire che il tifo è sottotono, visti i numerosi arrestati, c'è ancora tensione. Si canta più per la Serbia ed il Kosovo.
Il risultato non aiuta e lo slavia praga vince 3 a 0.
A fine gara ci apprestiamo a rientrare mestamente verso l'ostello ma ecco che viene fuori lo spirito serbo!
Un giornalista ceco in diretta mentre racconta degli incidenti del pomeriggio viene circondato da alcuni terribili Delije e...
Buona visione 🙂
In centro a Praga
Ritaglio di giornale sugli arresti

13 Agosto 2003 Opava vs Brno ‘a mani nude’

Testo e foto presi da http://hooligans.cz

Ho vissuto diversi anni a Brno e conosciuto i ragazzi del posto.
Nel mio piccolissimo sono riuscito ad entrare in un mondo che molti ultras italiani non riescono a capire e che giudicano dall'alto del loro piedistallo, come 'non ultras'.
Non sono un atleta nè un picchiatore, eppure tra il modello italiano ed il loro modo di intendere il 'fair play' e lo 'spalla a spalla', il secondo è qualcosa che più si avvicina al mio.
Per questo, pur avendo esperienze diverse, mi sono adattato e trovato meglio nel loro 'mondo' e per questo cerco di raccontarlo.
Signori e signore (poche), se vi piacciono calci e pugni, a mani vuote, ecco un racconto (tradotto), di come era il mondo dell'est, qualche anno fa...Niente a che vedere con i mostri di oggi, eppure, erano già avanti!

'Questa è una di quelle partite in cui gli ultras e gli hooligan hanno tutto quello che possono desiderare. 
'Coccole' prepartita fuori dalla vista di persone non autorizzate, coreografia e spettacolo pirotecnico sugli spalti ben riempiti e grande tifo.
Ospiti che si presentano con 3 autobus, uno di loro era composto da gente 'pronta' e anche se la pol.zia li ha intercettati prima della partita, costringendo gli autisti a fermarsi, chi era dentro si è sparpagliato in tutte le direzioni, ritrovandosi poi, 'casualmente' nei pressi di un pub di Opava.
Tuttavia le misure di pol.zia erano così massicce gli hooligans di Opava hanno dovuto tirar fuori un'organizzazione impeccabile.
Riuscendo a trasportare i 50 hools di Brno, in auto, nel cortile chiuso del loro pub. 
Una volta arrivati si bada al sodo, senza giri di parole e tempo da perdere, da una parte Opava ha 42 hooligans pronti (inclusi 14 polacchi dello Slask Wroclaw). 
Lo scontro, come in tutti i paesi dell'est, è SOLO a mani nude e si conclude con la vittoria di Brno dopo un minuto di duri corpo a corpo. Gli Opava si ritirano nel loro pub.
Purtroppo la pol.zia interviene al termine dell'azione, arrestando diverse persone che si erano chiuse nel pud degli Opava, per medicarsi.
Alla stadio, intanto, prestazione pirotecnica degli Opava di grande effetto, con una 70ina di torce e bandiere bicolori sventolate tutta la gara.
Gli ultras di Brno, messi in una gabbia, accendono stroboscopi e fanno tifo costante. 
Chi si era dato prima, rientra a casa senza assistere alla partita, evitando ulteriori attenzioni...'
prima…
…dirante…

…durante…
…dopo. hooligans brno
brno nel settore
Opava
Testo e foto presi da hooligans.cz
settore Opava
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